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Per anni i periodici tedeschi ignorarono i lavori di Sigmund Freud, e quando se ne occuparono stilarono solo commenti negativi. Nei paesi di lingua inglese, invece, nonostante non mancassero critiche alle teorizzazioni del Maestro, si fecero strada anche delle recensioni favorevoli. Il primo autore inglese che consultò il lavoro “comunicazione preliminare” pubblicato da Breuer e Freud sul “Neurologisches Centralblatt” del gennaio 1893, fu F. W. H. Myers facendone menzione in una seduta della Society for Psychical Research e riportata negli Atti della stessa Società. Fu lo stesso Myers che nel marzo 1897, espose ai membri della Società un suo lavoro sul tema “Isterismo e genio” nel quale sintetizzò le argomentazioni contenute nel testo “Studi sull’isterismo”, i cui contenuti riprese ed approfondì successivamente nell’opera “La personalità umana” che uscì nel 1903, dopo la morte dell’autore.

Nell’autunno del 1904 Freud seppe da Eugen Bleuler, professore di psichiatria a Zurigo, che egli stesso e tutti i suoi assistenti si erano occupati di psicoanalisi, e che in particolar modo un suo assistente, C.G.Jung, che aveva letto “L’interpretazione dei sogni” , lo aveva citato nel suo libro sull’occultismo scritto nel 1902. Nel 1906 iniziò una regolare corrispondenza tra Freud e Jung che durò per quasi sette anni. A Zurigo , nel 1907, lavoravano sotto le direttive di Jung alcuni studenti stranieri, uno dei quali era Max Eitingon che in quegli anni studiava medicina e si stava perfezionando a Zurigo. Eitingon era vissuto dapprima in Galizia e poi a Dresda, e dopo la permanenza a Zurigo si trasferì a Berlino. Egli volle consultare Freud a proposito di un caso molto grave del quale si stava occupando, effettuando una prima descrizione del caso tramite una lettera, per poi accompagnare il malato a Vienna verso la fine del gennaio del 1907. Eitingon si trattenne a Vienna per una quindicina di giorni, assistette a due riunioni del mercoledì, inoltre trascorse con Freud tre o quattro pomeriggi dedicati al lavoro analitico personale, dando vita così al primo training di formazione psicoanalitica.
Nell’ottobre del 1909 trascorse a Vienna altri venti giorni per proseguire la sua analisi personale, nel novembre dello stesso anno si trasferì da Zurigo a Berlino con l’intento di fermarsi per un anno, dove invece si trattenne fino al 1932, anno in cui partì per la Palestina. Eitingon rimase sempre molto fedele a Freud, che riconobbe questo suo merito in una lettera del 1 febbraio 1913: ”Lei è stato il primo a raggiungere chi era solo, e sarà l’ultimo ad abbandonarlo.” 1
La prima visita che Jung fece a Freud si svolse il 27 febbraio del 1907, di domenica, alle ore dieci. Il 2 marzo Jung ed un suo allievo, il Dr. Ludwig Binswanger, assistettero alla riunione settimanale viennese. Binswanger, che sarebbe successivamente diventato direttore dell’ospedale psichiatrico di Kreuzlingen, aveva pubblicato un anno prima della suddetta riunione, un lavoro in difesa delle teorie di Freud.
Freud nutrì ben presto nei confronti di Jung delle ambiziose aspettative, ritenendo che lo studioso svizzero potesse divenire il suo successore. Fu per tale ragione che al momento della fondazione dell’Associazione Internazionale, nel 1910, Freud incaricò Jung di presiederla, con la speranza che la nomina avesse un carattere definitivo.
L‘incontro con Karl Abraham, invece, si rivelò significativo perché diede vita ad un’importante amicizia. Questi aveva lavorato per tre anni a Zurigo sotto le direttive di Bleuler e Jung, ma quando si rese conto di non poter avere concrete possibilità di carriera, poiché non era svizzero, nel novembre del 1907 si trasferì a Berlino come psicoanalista. Anch’egli, come Jung, aveva cominciato a studiare i lavori di Freud fin dal 1904 e tra i due era iniziata una regolare corrispondenza, nel corso della quale Freud invitò Abraham ad andarlo a trovare. La visita si concretizzò il 15 dicembre 1907 e fu seguita da alcuni giorni di animate conversazioni; il 18 dello stesso mese Abraham venne invitato a partecipare ad una delle riunioni settimanali del gruppo.
Altro importante studioso e sostenitore di Freud, nonché suo grande amico, fu Sándor Ferenczi. Questi era un medico generico che si era occupato di ipnosi e che lesse, appena pubblicato, L’interpretazione dei sogni, senza più interessarsi all’argomento. Fu solo nel 1907, grazie alle insistenze del Dr. F. Stein di Budapest, uno psicopatologo che conosceva appena Freud per essergli stato presentato da Jung, che Ferenczi scrisse a Freud. L’incontro avvenne il 2 febbraio del 1908, due giorni prima del Congresso di Salisburgo. L’impressione che Ferenczi produsse su Freud fu tale che questi lo invitò a trascorrere quindici giorni con la sua famiglia a Berchtesgaden durante le vacanze di agosto. Successivamente trascorsero insieme molte altre vacanze, e tra il 1908 e il 1933 si scambiarono oltre un migliaio di lettere.
Verso la fine di novembre del 1907, Ernest Jones trascorse una settimana con Jung a Zurigo, dove incontrò Brill e Peterson di New York. A tal proposito Jones racconta che quando si trovò con Brill, questi cominciò a spiegargli il lavoro sul fenomeno psicogalvanico di Otto Veraguth del quale si stava occupando, ma Jung quando si rese conto che Jones ne era perfettamente al corrente, interruppe Brill con le seguenti parole: ”Non abbiamo invitato qui il dr. Jones per insegnargli qualcosa, ma per consultarlo.” 2
A Zurigo si era costituito in quei giorni un piccolo “Gruppo Freudiano”, composto da studiosi del luogo e da Edouard Claparède di Ginevra e Binswanger di Kreutzlingen. Il gruppo era solito riunirsi presso l’Ospedale Psichiatrico Burghölzli, ma in occasione della presenza di Jones venne organizzata una riunione generale a Salisburgo composta da tutti coloro che si interessavano dell’attività scientifica di Freud e che contrariamente a quanto effettuato fino ad allora fu chiamata da Jung “Zusammenkunft für Freud’sche Psychologie” (Convegno di Psicologia Freudiana) e non con l’abituale denominazione di “Congresso Internazionale di Psicoanalisi”.
Quando qualche tempo dopo Abraham chiese a Freud con quale dicitura avrebbe dovuto riferirsi a tale Congresso, nella stesura della relazione che vi aveva letto, Freud rispose che era stata una riunione assolutamente privata e che non avrebbe dovuto citarla (Lettera a Freud di Abraham, 3 maggio 1908). Il Congresso infatti differì dai precedenti perché rimase privo di presidente, di Segretario, di Tesoriere e di Consiglio, poiché, quando Freud espresse il desiderio che la presidenza fosse offerta a Bleuler, Jung, sicuro del suo rifiuto, non sappiamo in base a quali valutazioni, non gliene fece menzione alcuna. L’incontro durò un solo giorno presso l’Hotel Bristol di Salisburgo, domenica 26 aprile 1908. In quella occasione, poiché Jung chiese a Freud di riferire di un caso clinico, egli descrisse l’analisi di un caso di nevrosi ossessiva, al quale si fece poi riferimento come “all’uomo dei topi”.
Frutto di questo primo Congresso psicoanalitico fu la fondazione di una rivista, lo “Jahrbuch für psychoanalytische und psychopathologische Forschungen” (Annuario di ricerche psicoanalitiche e psicopatologiche), diretto da Bleuler e Freud e redatto da Jung, che cominciò ad uscire nell’anno 1909: in questa pubblicazione si espresse la stretta collaborazione scientifica tra Vienna e Zurigo.
Un avvenimento importante per la diffusione delle idee psicoanalitiche fu quello che si verificò nel dicembre del 1908, quando il Preside della Clark University di Worcester nel Massachusetts, Stanley Hall, invitò Freud a tenere un corso di lezioni in occasione delle celebrazioni per il ventennale dell’Università. Freud accettò l’invito ed offrì a Ferenczi l’opportunità di accompagnarlo: sarebbe stato presente anche Jung che era stato a sua volta invitato. Freud informò Jones della sua decisione di partire con la seguente lettera del 18 maggio 1909:

” Caro dr. Jones,
La ringrazio di cuore per il grosso pacco di pubblicazioni contenente i Suoi pregevoli contributi di neuropatologia organica. Essi preannunciano l’altra serie di contributi sulle nevrosi e sulla psicoanalisi che ci aspettiamo da Lei nei prossimi anni e che non sarà certo più scarsa e di minor valore. Posso informarLa che insieme a Ferenczi mi riprometto di salpare da Brema il 21 agosto a bordo della George Washington N.D.L. (Norddeutscher Lloyd.) Non so se tale data possa coincidere con il Suo ritorno in America. In ogni caso ora conosce la data precisa della nostra partenza. Non ho ancora fissato l’argomento delle mie conferenze a Worcester, ma a volte penso che la cosa migliore sia parlare dei sogni e della loro interpretazione. Qualora sia di diverso avviso, sarò lieto di sapere cosa mi suggerirebbe.

Con tanto affetto
cordialmente Suo
Freud” 3 

La sera del 29 agosto, domenica, quando la nave entrò nel porto di New York, Freud trovò Brill ad attenderli sul molo, ma poiché non gli era consentito salire a bordo, pregò il Dr. Onuf , suo amico che aveva il permesso, di dare il benvenuto agli ospiti. Brill condusse i tre amici in giro per la città: prima al Central Park poi nel quartiere cinese e nel ghetto. L’indomani mattina visitarono il Metropolitan Museum, realizzando così un desiderio di Freud. Sabato 4 settembre sera, dopo l’arrivo anche di Jones, i cinque partirono in battello per Fall River (Massachusetts), dove giunsero il mattino seguente. Di là il giorno stesso si recarono in treno, passando per Boston, a Worcester, sede della Clark University . Freud e Jung furono ospiti di Stanley Hall. Freud non aveva idea di quale avrebbe potuto essere il tema delle sue conferenze ed in un primo tempo sembrò accettare il consiglio di Jung che gli aveva suggerito di parlare dei sogni. Jones invece lo incoraggiò a scegliere un argomento più ampio, che toccasse i concetti generali della psicoanalisi. Ogni mattino alle 11 Freud tenne una conferenza (in tutto cinque, da martedì a sabato); Jung ne tenne tre; entrambi parlarono in tedesco. Le cinque conferenze uscirono poi nell’American Journal of Psychology” in traduzione inglese e poco dopo in lingua tedesca con il titolo “Über Psychoanalyse”. Tra i partecipanti alla conferenza si trovavano William Stern di Monaco, e Leo Burgerstein di Vienna; dagli Stati Uniti: Adolf Meyer, Franz Boas, E. B. Titchener, e soprattutto Jackson Putnam. William James arrivò da Boston giovedì sera per sentir parlare Freud. Alla festa di chiusura, sabato 11 settembre, Freud e Jung conseguirono il dottorato honoris causa, il primo in psicologia, il secondo in educazione e igiene sociale. Nei due giorni successivi Freud, Jung e Ferenczi fecero un viaggio più lungo, prima a Buffalo e alle cascate del Niagara, poi indietro a Keene sugli Adirondack (N.Y.), nelle vicinanze di Lake Placid, dove trascorsero quattro giorni nella dimora di campagna della famiglia Putnam. Al termine della settimana tornarono passando per Albany, a New York, dove il mattino di martedì 21 settembre s’imbarcarono sulla Kaiser Wilhelm der Grosse. Giunsero a Brema il 29 settembre, da cui Jung proseguì verso casa, mentre Freud, in compagnia di Ferenczi, si trattenne un po’ ad Amburgo e a Berlino prima di rientrare a Vienna, il mattino del sabato 2 ottobre.
In quella occasione molto interesse suscitarono le argomentazioni in merito alla questione sessuale, ma la dichiarazione del Decano dell’Università di Toronto che vi riporterò di seguito, sottolinea il persistere di solide resistenze in merito all’argomento: ”…Il lettore profano potrebbe farsi l’idea che Freud propugni il libero amore, l’abolizione di tutti i divieti ed il ritorno allo stato selvaggio” 4
Malgrado la riconoscenza per la cordiale accoglienza ricevuta, Freud non aveva riportato una favorevole impressione dell’America, opinione che espresse sinteticamente nel 1924 nella sua autobiografia: ”La psicoanalisi non ha perso terreno in America dopo la nostra visita: essa gode tra il pubblico di una popolarità poco comune ed è riconosciuta da molti psichiatri ufficiali come parte integrante dell’insegnamento medico. Disgraziatamente, tuttavia, ha sofferto molto per il suo annacquamento. Il suo nome é abusato, essendovi poche possibilità di formare gli analisti tecnicamente e teoricamente. Si scontra anche con il “behaviorismo” che, nella sua ingenuità, si vanta di aver completamente eliminato il problema psicologico”. 5

© Rossana Ceccarelli

Note:

1 Ernest Jones, Vita e opere di Freud, il Saggiatore, Milano, 1962 . 
2 Ernest Jones, Vita e opere di Freud, il Saggiatore, Milano, 1962. 
3 Ernest Jones, Vita e opere di Freud, il Saggiatore, Milano, 1962. 
4 Ernest Jones, Vita e opere di Freud, il Saggiatore, Milano, 1962 . 
5 Marthe Robert, La rivoluzione psicoanalitica,Editore Boringhieri, Torino, 1967..