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Credo che chiunque si occupi di psicoterapia e di psicoanalisi abbia riscontrato che i temi che maggiormente esprimono la sofferenza degli esseri umani siano l’insoddisfazione amorosa e il vissuto di incomprensione e delegittimazione all’interno delle famiglie.
Essi sono, ovviamente, interconnessi.
Ne ha già dato una chiara esposizione la Dott.ssa Bruna Marzi nell’articolo “Esclusioni ed Incontri: il ruolo delle ripetizioni filogenetiche” uscito sulle pagine elettroniche di questa rivista.

Fiumi di lacrime vengono versati in ogni psicoanalisi nel descrivere le traversie amorose che, quando non si leghino a dinamiche manifestamente sado-masochiste, descrivono quanto meno vissuti di incomprensione, di mancata corresponsione, di rifiuto, di rigetto. Ma cosa è l’amore?

– Definizione

“L’amore, nei suoi due aspetti di sentimento e sessualità, è essenzialmente l’espressione del bisogno dell’essere umano di mitigare la sua solitudine. Dal punto di vista psicoanalitico il suo scopo essenziale è quello di realizzare un contatto che porti alla realizzazione di una vera e propria fusione psicobiologica con un altro individuo. La nostra esistenza risulta, non bisogna dimenticarlo, da una fusione originaria avvenuta tra l’ovulo materno e lo spermatozoo paterno che danno origine ad un progetto vitale effimero che ha, in fondo, l’unico scopo di eternare il patrimonio genetico con una successiva unione che dia luogo alla costruzione di un nuovo individuo. Amiamo per sfuggire al vuoto da cui proveniamo e verso cui siamo inesorabilmente attratti. Ed amiamo nel tentativo di ripristinare quella situazione di aggregazione che, quasi sfidando le leggi della natura, permette all’ovulo fecondato, portatore di materiale genetico incompatibile con il sistema di immunosorveglianza materno, di proseguire il suo accrescimento (la gravidanza è l’unica eccezione esistente in natura alla regola della bioindividualità che comporta l’immediata reazione immunitaria di un organismo qualora venga in esso trapiantato del materiale genetico incompatibile).” 1

– Tutto comincia prima di noi

Conformemente alle ipotesi dei modelli scientifici cui faccio costantemente riferimento (Freud e Peluffo), che ho puntualmente verificato in oltre un ventennio di esperienza clinica, ritengo che gli avvenimenti traumatici di qualsiasi epoca di sviluppo siano memorizzabili e determino dei nuclei di fissazione che influenzeranno le strutturazioni successive dei tentativi psicobiologici dell’essere umano. 2
Abbiamo innumerevoli prove cliniche di questo fenomeno 3 ma io credo che basterà riflettere sulle possibilità che tutti gli organismi viventi (addirittura quelli unicellulari) hanno, di ritenere informazioni circa eventi traumatici; informazioni che sono inscritte a livello cellulare, in ogni distretto dell’organismo e non già nella nobile corteccia cerebrale.
La scelta amorosa è una scelta condizionata dal terreno psicobiologico dell’individuo.
Basterebbe studiare con attenzione le centinaia di alberi genealogici realizzati da L. Szondi  4 e collaboratori per farsene un’idea al riguardo. Ne citerò a puro titolo di esempio, solo uno, il più semplice da visualizzare graficamente:
”…Un industriale (1) si sposa due volte. La prima moglie (2) lo lascia per sposare un uomo instabile che la rende infelice. Comincia a bere e infine si uccide. L’industriale si risposa con una donna (3) la cui madre si è ugualmente uccisa. Il fatto che anche la sorella dell’industriale (4) si sia uccisa testimonia del carattere genotropico dei due matrimoni…” 5

– Amare: impresa titanica

Possiamo affermare che, a livello microscopico, cellulare, la ricerca dell’Altro, la fusione e lo stato di gravidanza, si realizzano aggirando già una difesa e dunque una paura. Sarò chiaro: non penso che l’amore sia riducibile al semplice aspetto biologico, come ad esempio la recente biochimica dell’eros sembra affermare.
I treni di impulsi nervosi, o i ferormoni e le altre delicate funzioni indagate dalla psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI), che compaiono sincronicamente alla situazione amorosa, sono solo l’aspetto somatico di un fenomeno estremamente complesso e inestricabilmente connesso con la vita psichica (affetto e rappresentazioni mentali), le cui propaggini, come in ogni altro aspetto dell’esistenza, travalicano la vita individuale ed affondano le loro radici nella filogenesi.
Se dunque l’amore è al servizio del progetto vitale, può sembrarci astrusa l’idea che l’espressione di una funzione talmente primaria possa essere continuamente disturbata da una concomitante conflittualità interna.
In primo luogo la spinta istintuale al contatto, alla fusione, alla compenetrazione, deve vincere un’altra spinta, di segno contrario, inscritta in ogni organismo: la battaglia con l’Altro o l’avversario che si compie incessantemente a livello cellulare e immunitario, cioè si manifesta nelle reazioni che tendono a mantenere l’integrità e l’unicità della struttura somato-psichica: la fagocitosi e il rigetto. (Peluffo, 1973) Questa attività di salvaguardia della propria unicità esiste e si manifesta anche a livello psichico e l’interazione inconscia che esiste tra le persone fa si che esista nel profondo di ognuno di noi la spinta all’eliminazione dell’avversario, e molto spesso il partner assume inconsciamente i connotati dell’avversario.

– L’allucinazione amorosa

Il rapporto amoroso, come qualsiasi altro rapporto psichico, è essenzialmente regolato da un rapporto inconscio tra faccette iconiche attivate nei soggetti coinvolti nella relazione amorosa. Possiamo immaginare quest’ultima non come un rapporto tra A e B (i due soggetti in amore) ma come un rapporto mediato dall’interposizione, tra A e B, di una serie di sfaccettature dell’Immagine, costituite dalle imago entrare a far parte del materiale iconico genealogico, provenienti dal corredo iconico filogenetico, che sono attive nella loro mente e che agiscono come una sorta di satellite di comunicazione tra la stazione A e quella B.
La nostra vita deriva da un mix assolutamente casuale di circostanze che conducono i due genitori all’unione sessuale. Se certamente da un punto di vista somatico e genetico noi siamo figli delle due persone che si sono unite sessualmente ed hanno messo a disposizione i loro gameti per l’impresa, da un punto di vista psichico di chi siamo figli?
Pensiamo all’istante costituito da un coito tra soggetti potenzialmente fecondi. Nel delirio sociale possiamo credere che questa unione di sensi sia spesa sotto il dominio di un amore incondizionato.
Il materiale di seduta ci mostra, in modo assolutamente incontrovertibile, che il gioco delle fantasie, che fanno da supporto all’eccitazione erotica è un caleidoscopio incontrollabile.
Ma se potessimo realizzare un concentrato iconico della massa dell’attività fantasmatica sincrona all’atto sessuale otterremmo due immagini ben delineate: Lei fa realmente l’amore con l’oggetto della sua fissazione edipica, Lui altrettanto.
A volte mi diverto (si fa per dire) a riflettere in seduta: “Di chi è figlio, da un punto di vista psichico, questo essere umano? – non già dei suoi genitori biologici, bensì delle imago incestuose che sono state reinvestirte nel rapporto consumato.
Cioè, io, figlio di mio padre biologico Y e di mia madre biologica X, sono in realtà figlio psichicamente di YY (padre di X) e di XX (madre di Y) (sempre che queste siano state le reali fissazioni incestuose). 6
Spendete un po’ del vostro tempo a rileggere più e più volte la frase precedente: ne vale la pena.
A volte il desiderio incestuoso è talmente potente che il frutto del concepimento diviene il nuovo polo di investimento della fissazione edipico-incestuosa.
Si concepisce un figlio-amante che rimarrà tale per il resto dell’esistenza dei due soggetti (è un tema, questo, magistralmente trattato da grandi registi italiani come Visconti e Pasolini)
Per comprendere quello che ho intenzione di comunicarvi dovremo illustrare il concetto micropsicoanalitico di Immagine.
Nella definizione di S. Fanti, l’immagine è “L’insieme geneticamente organizzato delle rappresentazioni e degli affetti che strutturano l’inconscio a partire dall’es”. 7
Questa definizione implica, come sottolinea Peluffo (Il persecutore , Scienza e Psicoanalisi, 2003), che le tracce mnestiche degli accadimenti traumatici e dei nuclei di fissazione, si costituiscano in insiemi le cui informazioni si riversano dall’es nell’inconscio e lo programmano. Si viene a strutturare un software aberrante, basato su esperienze traumatiche primordiali, che da quel momento detterà comportamenti psichici e psicosomatici per il resto dell’esistenza. Lo stoccaggio a livello del processo primario farà si che tali istruzioni di comportamento picobiologico siano immodificabili senza una profondissima analisi (scomposizione e destrutturazione)
Questi amori fusionali che si strutturano in utero sono inscindibili: continuano a sussistere per il resto dell’esistenza anche se mascherati dalle sovrastrutture e dai tentativi successivi.
La triste sequela degli amori falliti risiede nel fatto che i soggetti impossibilitati a coronare il loro sogno d’amore sono in realtà fusi e compenetrati con un’Imago inconscia spesso senza nemmeno saperlo.
Il caso clinico seguente, solo l’ultimo tra i tanti, può dare al lettore un’idea della profondità del condizionamento ancestrale.

– Il caso clinico

Giovane donna, sofferente di una grave malattia metabolica, proveniente da una famiglia (come lo sono la maggior parte) caratterizzata da una notevole spinta incestuosa non agita. La madre della paziente, in particolare vive un amore inconscio, altamente idealizzato, con il fratello, medico di fama, che diviene una sorta di semi-dio nell’immaginario familiare.
E’ molto probabile che l’investimento fantasmatico sul fratello al momento del concepimento e per tutta la gestazione abbia consegnato il testimone della vicenda alla figlia, che coltiva, senza saperlo, un amore sconfinato, di cui solo in analisi scoprirà i connotati sessuali, verso lo zio.
La salute della bambina viene affidata alle cure del Professore. E’ chiaro come razionalmente tale procedura sia la più ovvia: perché andare a cercarsi un consulente esterno quando si ha in famiglia un affermato professionista? In realtà, e la mia esperienza me lo conferma puntualmente, accettare di fare il medico in famiglia espone i familiari, ed il medico stesso ad una tormentosa dinamica in cui le dinamiche di possesso-distruzione dell’Oggetto passano per la costruzione di malattie che si incrociano con tentativi amorevoli di cura. Uno dei possibili risultati di questa dinamica può essere la costruzione di sindromi croniche. L’inconscio, nel tentativo di ottenere soddisfazione, puo alzare progressivamente la posta in palio in modo da creare l’urgenza, che spazza via i dubbi deontologici.
Per brevità riporterò solo il materiale, elaborato durante lo studio con lenti ad ingrandimento progressivo, di una foto del matrimonio raffiugurante la giovane donna al braccio dello zio (che l’aveva accompagnata all’altare in luogo del padre!) relativo alla sconcertante presa di coscienza della fissazione incestuosa:
C’è mio zio vestito da sposo, ed io vestita da sposa. Mi vergogno da morire! sembriamo proprio due che si vanno a sposare (piange intensamente, esprimendo un enorme affetto) Ed ero anche incinta, qua.. e stavo per dire “Ero incinta di un altro!” (LAPSUS). intendo dire non ero incinta di mio zio..lo avevo tradito…
E’ come se ci fossimo sposati. Mio zio ha le dita come se stesse dicendo OK ed anche mio figlio le mette così, fin da piccolo…Mi vergogno di stare così abbracciata a mio zio e di essere così contenta di starci! E mi vergogno di lui, che è così contento e che sta al posto di mio marito! Da quando ho iniziato la mia analisi non mi cerca più. E’ pazzesco perché solo ora mi rendo conto di essermi sposata e di non essere stata mai di mio marito! E la prima notte di nozze ho fatto in modo da passarla nel paese di mio zio. Non sono riuscita assolutamente ad allontanarmi di là: era come uno yo-yo! Una cosa pazzesca! Una vita attaccata a lui, senza saperlo! E Lei è il primo medico a cui mi rivolgo senza chiedere il suo parere: non era successo mai in vita mia! Io nell’adolescenza non mi sono mai innamorata di un ragazzo perché ero già di questo stronzo qua! Un periodo l’ho anche desiderato fisicamente: lo volevo! E me ne vergogno tantissimo! Ho desiderato mio zio nello stesso modo in cui ho desiderato Lei “ 
(la prima fase dell’analisi era stata interamente occupata da un duro lavoro di neutralizzazione di un’erotizzazione del transfert, in realtà una resistenza, per spostamento: io medico, come l’oggetto incestuoso)
Materiale siffatto è di comune repere nel nostro lavoro clinico.
Ogni volta che lo incontro non posso fare a meno di chiedermi cosa significhi sussurrare “Ti amo”.

Written by: Quirino Zangrilli © Copyright

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Note:

1 Q. Zangrilli, La vita: involucro vuoto, Borla, Roma, 1993. 
2 Vedi le definizioni fissazione e rimozione dell’”Atlante di Scienza e Psicoanalisi” di Zangrilli-Fornari. 
3 Coloro che non conoscessero la mia letteratura al riguardo possono trovare riferimenti in:
– “La strutturazione dell’idea delirante”.
– “ Traumi intrauterini ed alcolomania”.
– “Modalità di trasmissione transgenerazionale dell’Immagine”.
– “Trasmissione transgenerazionale dell’Immagine con particolare riferimento alla determinante filogenetica della paranoia”.
– “Vita fetale e destino psicobiologico”.
– “Sogno e telepatia”. 
4 L . Szondi, Introduzione all’analisi del destino, Astrolabio, Roma, 1975.
5 L . Szondi, Introduzione all’analisi del destino, Astrolabio, Roma, 1975. 
6 E’ di particolare interesse al riguardo, la lettura dei contributi, elaborati da Gioia Marzi, su Edipo II ed Edipo III, apparsi su questa rivista. 
7 Fanti, Codoni, Lysek, Dizionario di psicoanalisi e di micropsicoanalisi, def. n° 219, Borla, Roma, 1984.