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Lo scientismo come nuova religione

La scienza sta perdendo definitivamente il proprio connotato originario di ricerca del sapere, attraverso l’esercizio costante del dubbio, per assumere ai nostri giorni i tratti dogmatici di una religione. Un sistema accreditato di enti e istituzioni definisce l’orientamento dottrinario da adottare nei diversi ambiti del mondo scientifico e, con un atteggiamento settario, ostacola l’accesso a chi non vi aderisce in modo ortodosso. L’appartenenza stessa a tale apparato garantisce prestigio ai suoi membri, a prescindere dall’effettiva validità del loro operato, screditando coloro che non ne fanno parte. All’esercizio del dubbio si sostituisce quello del dogmatismo e della chiusura al dialogo verso chi dissente dalla vulgata scientifica preminente, accreditata dal mondo accademico e amplificata dalla cassa di risonanza dei media, che esercitano un enorme potere persuasivo sull’opinione pubblica.

Tale pratica si sta diffondendo in tutti i campi, dall’economia – che pure appartiene alle scienze sociali – alla medicina, in un momento storico in cui l’attenzione per la salute ha raggiunto livelli quasi ossessivi. Nonostante siano stati più volte smentiti nelle loro affermazioni dalla realtà e dai continui cambiamenti in corso, le dichiarazione divulgate da alcuni virologi attraverso le reti televisivi e i principali organi di stampa esercitano una vigorosa fascinazione sulla popolazione, che si affida a essi come ai detentori di una verità assoluta, capace di placare il sentimento d’angoscia generato da una situazione inedita e sconosciuta. Sta prendendo così forma una nuova creatura, la religione scientista, che risponde al bisogno umano di protezione e ai criteri di dogmaticità di una comunità scientifica che rincorre illusoriamente il progresso e non accetta l’intralcio di posizioni eterodosse.

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