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Il Mnemonista: Il Sig. Serasevskij e la psicoanalisi

Cos’altro ha da dirci la psicoanalisi sulla struttura del pensiero del Mnemonista? Un dato coerente con il precedente: il Sig. Serasevskij vede cose, non parole.
Esprimendoci con i concetti dell’epistemologia genetica di Piaget, diremo che la sua mente, o per essere più precisi, i processi mentali di cui il Mnemonista si serve per ritenere le sue memorie, si arrestano sulla soglia della seconda fase dell’infanzia propriamente detta, allo stadio dell’intelligenza intuitiva.

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Il Sig. Serasevskij e la psicoanalisi

non esiste psicoanalisi o micropsicoanalisi nella quale l’analizzato non affermi con preoccupazione: “Ma dottore, io parlo ormai da centinaia di ore e lei non prende che pochissimi appunti: come farà a ricordare le mie cose?” Oppure, sull’altro versante, esprima le lodi del suo terapeuta: ”Mi rendo conto che non le sfugge niente, anche quando riprendo qualche dettaglio affrontato anni fa, capisco dal contenuto dei suoi interventi che lei ricorda esattamente quello che era stato detto”. Chiunque svolga questo lavoro con la dovuta perizia sa che le cose stanno esattamente in questo modo. Gli psicoanalisti sono tutti mnemonisti? Evidentemente no.

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