Gli aforismi del Maestro Sigmund Freud

La Felicità

Aforismi

“Quel che nell’accezione più stretta ha nome felicità, scaturisce dal soddisfacimento, perlopiù improvviso, di bisogni fortemente compressi e per sua natura è possibile solo in quanto fenomeno episodico. Qualsiasi perdurare di una situazione agognata dal principio di piacere produce soltanto un sentimento di moderato benessere; siamo così fatti da poter godere intensamente soltanto dei contrasti, mentre godiamo pochissimo di uno stato di cose in quanto tale. Le nostre possibilità di essere felici sono dunque già limitate dalla nostra costituzione”.

Il disagio della civiltà, 1929 Opere, Vol. 10


Nessuna meraviglia se, sotto la pressione di queste possibilità di soffrire, gli uomini sogliono ridurre la loro pretesa di felicità, così come, sotto l’influsso del mondo esterno, anche lo stesso principio di piacere si trasformò nel più modesto principio di realtà; nessuna meraviglia se ci riteniamo felici per il solo fatto di scampare all’infelicità, di sopportare la sofferenza, se, nel senso più generale, il compito di evitare il dolore relega sullo sfondo quello di procurarsi il piacere.

Il disagio della civiltà, 1929 Opere, Vol. 10


Il senso di felicità derivante dal soddisfacimento di un moto pulsionale selvaggio, che l’Io non controlla in alcun modo, è incomparabilmente più intenso di quello che si ottiene saziando una pulsione addomesticata. L’irresistibilità degli impulsi perversi, e forse in genere il fascino del proibito, trovano qui una spiegazione economica.

Il disagio della civiltà, 1929 Opere, Vol. 10


L’eremita volta le spalle a questo mondo, non vuole avere nulla a che spartire con esso. Ma si può fare di più, si può voler trasformare il mondo, costruendo al suo posto un mondo diverso in cui le caratteristiche più intollerabili risultino eliminate e sostituite da altre caratteristiche consone ai propri desideri. Chi in una rivolta disperata imbocca tale cammino verso la felicità, non ottiene di regola nulla; la realtà si dimostra per lui troppo forte ed egli diventa un pazzo, che non riesce a realizzare il suo folle desiderio e non trova perlopiù nessuno disposto a dargli una mano. È stato detto tuttavia che per qualche aspetto ognuno di noi si comporta come il paranoico, correggendo, tramite una formazione di desiderio, un lato del mondo che gli è intollerabile e iscrivendo nella realtà questo delirio. Importanza particolare riveste il caso in virtù del quale un numero notevole di persone si accinge insieme al tentativo di procurarsi una garanzia di felicità e un riparo dalla sofferenza mediante una trasformazione delirante della realtà. Alla stregua di deliri collettivi siffatti dobbiamo caratterizzare anche le religioni dell’umanità. Va da sé che il delirio non è mai riconosciuto come tale da coloro che ancora ne sono coinvolti.

Il disagio della civiltà, 1929 Opere, Vol. 10


…una delle forme in cui l’amore si manifesta, l’amore sessuale, ci ha procurato la più intensa esperienza di una travolgente sensazione di piacere, fornendoci il modello di quel che andiamo cercando quando inseguiamo la felicità.Che cosa c’è di più naturale del persistere a cercare la felicità su quella stessa via ove per la prima volta l’abbiamo incontrata? Il lato debole di questo modo di vivere è evidente; altrimenti nessuno avrebbe pensato di abbandonare questa via per raggiungere la felicità in favore di un’altra. Mai come quando amiamo prestiamo il fianco alla sofferenza, mai come quando abbiamo perduto l’oggetto amato o il suo amore siamo così disperatamente infelici

Il disagio della civiltà, 1929 Opere, Vol. 10


Esistono, come abbiamo detto, molte strade che possono condurre alla felicità, per quanto umanamente essa è raggiungibile; tuttavia, nessuna di queste strade è sicura. Nemmeno la religione è capace di mantenere le sue promesse. Quando il credente si trova da ultimo costretto a parlare dell’“imperscrutabile decreto” di Dio, con ciò stesso ammette che tutto quel che gli è lasciato come ultima consolazione possibile e fonte di gioia nella sofferenza è un’incondizionata sottomissione. E se egli è pronto a questo, avrebbe verosimilmente potuto risparmiarsi un cammino così tortuoso.

Il disagio della civiltà, 1929 Opere, Vol. 10