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“Ore davanti al computer, seduti a un banco di scuola, alla scrivania, al posto di lavoro. E a fine giornata, doloretti sparsi che inchiodano la schiena, il collo, gli arti. Colpa delle posizioni sbagliate, si dice, del poco movimento, dei gesti ripetitivi. E invece il moderno approccio neurologico ai problemi posturali rivoluziona tutto e chiama in causa anche la psiche rivisitando in chiave scientifica la millenaria medicina orientale.”

Un posturogramma realizzato in seduta
da Nicola Peluffo

Così esordisce Francesco Bollorino del Dipartimento di Scienze Psichiatriche dell’Università di Genova alcuni giorni fa nel dare per via telematica una notizia che io apprendo mentre mi trovo seduto già da alcune ore sulla mia poltrona davanti al computer, e comincio ad avvertire qualche dolorino alla schiena.

Il neurologo Livio Annibaldi – citato da Bollorino – ricorda a quanti non fossero medici che tutte le funzioni dell’organismo si svolgono sotto il controllo del sistema nervoso centrale ed in particolare che i meccanismi più alti di controllo della nostra muscolatura si trovano nella corteccia cerebrale, in una zona chiamata somatosensitiva. Dal momento che tale zona gestisce tutti i meccanismi neuromuscolari e nello stesso tempo controlla e viene influenzata dai meccanismi psichici, la postura è espressione anche dello stato psichico.
La postura – afferma Annibaldi – è la posizione che il corpo assume sia da fermo che in movimento. E’ regolata dal sistema nervoso centrale attraverso meccanismi di controllo in virtù di specifici “programmi”, ed è da questa sede che originano gli squilibri posturali che nel tempo si stabilizzano senza che ce ne accorgiamo, causati da stimoli fisici (come un trauma) ma soprattutto da stimoli emotivi. Gioia, ansia, paura, rabbia, influenzano il tono muscolare che aumenta e poi, finito lo stimolo, diminuisce. Ma se gli stimoli permangono per un certo tempo lo stato di contrattura si stabilizza e può determinare un cambiamento dei programmi di controllo del sistema nervoso centrale.
La nuova postura alterata viene così riconosciuta “normale” dal sistema nervoso centrale e diventa fonte di disturbi. Ma i processi nervosi di controllo – conclude Annibaldi – si modificano ma si possono recuperare, ripristinando in tutto o in parte l’efficienza dei sistemi e degli organi alterati. 1
La notevole capacità di modificare i propri centri in funzione di stimoli che gli giungono dall’ambiente esterno ed interno è un’acquisizione della moderna Neurofisiologia, che ha dimostrato che il SNC è molto più plastico di quanto non si ritenesse in passato. Anche durante una lunga seduta di micropsicoanalisi le verbalizzazioni e le esteriorizzazioni di altro tipo che l’analizzato produce, si accompagnano a variazioni posturali, che l’analista può annotare graficamente, seguendo l’esempio di Nicola Peluffo. In pratica, per mezzo del disegno, l’Autore cerca di tracciare un postrogramma dell’analizzato, che confronterà in un secondo tempo con i dati ricavati dall’uso degli altri supporti tecnici della metodologia micropsicoanalitica. 2

Un posturogramma realizzato in seduta
da Nicola Peluffo

Tra i supporti tecnici, che favoriscono lo studio analitico del materiale cosiddetto documentario dell’analizzato, lo studio del materiale iconografico rende evidenti le modalità di espressione corporea proprie e dei personaggi della ontogenesi e della filogenesi.
Lo studio delle fotografie in micropsicoanalisi prevede un primo momento descrittivo con l’ausilio delle lenti di ingrandimento, seguito da un lavoro associativo. “È possibile così analizzare a fondo la rappresentazione iconica delle posizioni reciproche dei personaggi della fotografia, le espressioni dei loro volti, delle loro mani, è possibile cioè leggere il linguaggio del corpo. La fotografia infatti fissa i movimenti espressivi del protoplasma, cristallizza l’emozione e, quando viene analizzata e studiata con la rigorosità necessaria, veicola l’affetto nelle associazioni (verbali o di altro tipo) attraverso le quali la situazione fotografia è descritta e rivissuta.” 3
Peluffo quindi ha potuto verificare che da un punto di vista posturale vi sono delle forme che mutano e altre che si mantengono, così come avviene per le serie associative e per quelle oniriche. Proprio l’irriducibilità di certe forme potrà fornire secondo Peluffo un’indicazione sull’intima essenza della forma psichica dell’analizzato, cioè di quei dati che avranno una forte probabilità di mantenersi e ripetersi lungo le linee generazionali.
A questo proposito ricordo con estrema nitidezza un episodio legato alla ricerca genealogica di un analizzato che chiamerò Giacomo. 4
Il nostro alcuni anni fa si trovava in un paesino della Campania. Vi era giunto con l’intento di approfondire la conoscenza indiretta di alcuni antenati dei quali aveva pochissime notizie. Di fronte al palazzo municipale incontrò un vigile urbano e gli sembrò la persona giusta alla quale chiedere delle informazioni. Era un uomo alto, robusto, con una struttura fisica simile alla sua ma un po’ più giovane di lui. Immediatamente provò una sensazione di turbamento e stupore: l’interlocutore gli somigliava anche per un certo modo di gesticolare, aveva una “forma” simile alla sua!
Si ricompose abbastanza presto ed, ottenute le notizie desiderate, lo salutò ringraziandolo.
Qualche giorno dopo l’inizio della ricerca che cominciava a dare i suoi frutti, in occasione di una visita ad un gruppo di lontani parenti, Giacomo fece una scoperta sorprendente: il “sosia” faceva parte della sua famiglia!

© Luigi Baldari

Disegni di Nicola Peluffo
Si ringrazia l’Autore per averne consentito la riproduzione

Note:

1 – Metodiche Rinaldi Fontani, on line: www.irf.it. 
2 – N. Peluffo, Per un posturogramma della seduta, Bollettino dell’Istituto Italiano di Micropsicoanalisi n.1, Diffusioni grafiche Villanova Monferrato (AL), 1985. 
3 – N. Peluffo, Immagine e fotografia, Borla, Roma, 1984. 
4 – L. Baldari, Modalità di espressione corporea nelle lunghe sedute di micropsicoanalisi, Convegno nazionale “AI CONFINI DEL REALE. Corporeità nella relazione terapeutica”, Cosenza 27 giugno 1998.