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Voyez la version française!

Nel 1921 le opere di Freud trovarono un ampio consenso e, in risposta ad una aumentata richiesta, i suoi libri vennero tradotti in molte lingue. Uno dei direttori francesi della “Nouvelle Revue Française“, André Gide, chiese il consenso per effettuare la pubblicazione degli scritti di Freud. Nel luglio di quell’anno, la Verlag comprò da Heller per sessantacinquemila marchi, i diritti di tutti i libri di Freud. Tutti i membri del Comitato incontrarono Freud a Berlino il 20 settembre del 1921, occasione che diede loro modo di discutere su alcuni argomenti scientifici tra i quali la telepatia, il cui lavoro fu ritrovato solo dopo la morte di Freud e pubblicato successivamente. L’altro tema che condivise con i suoi collaboratori riguardava il meccanismo sottostante la gelosia paranoide, quindi l’incontro si concluse con un lavoro sui sogni. Sempre nel 1921 Freud venne eletto membro onorario della Società Olandese di Psichiatria e Neurologia, e riscrisse e pubblicò il suo libro già noto “Psicologia di gruppo e analisi dell’io”.
Il 1922 iniziò con la visita a Vienna di alcuni membri del Comitato. In quel periodo Freud stava seguendo degli studenti americani nella loro formazione personale psicoanalitica e propose loro di completare tale formazione con un approfondimento teorico, che avrebbero potuto ottenere con la partecipazione ad alcune conferenze, che avrebbero tenuto alcuni analisti viennesi. In ragione di ciò, Abraham, Ferenczi, Róheim e Sachs tennero ciascuno un paio di conferenze.
Il 31 maggio del 1922 Anna Freud lesse, presso la Società di Vienna, un suo lavoro dal titolo “Le fantasie di percosse e i sogni diurni“ ed il 13 giugno venne eletta membro della Società, con grande soddisfazione del padre.
FreudIl 1 agosto Freud iniziò le vacanze con i suoi cari, periodo che però venne turbato dalla morte dalla nipote, Caecile, a cui voleva particolarmente bene.
Nell’agosto di quell’anno Ferenczi soggiornava a Seefeld con Rank; vennero raggiunti da Abraham e Sachs e in quella occasione maturò la decisione che i membri del Comitato si chiamassero per nome e si dessero del tu. Freud si rivolgeva a tutti loro con un formale Lei e le sole persone alle quali dava del tu erano due suoi compagni di studi: lo psichiatra professor Julius Wagner-Jauregg e l’archeologo professor Löwy. Dal 25 al 27 settembre 1922 si tenne il Congresso a Berlino ove Freud lesse una relazione che si intitolava “Alcune osservazioni sull’inconscio“. Altre comunicazioni furono di: Abraham sulla melanconia, Ferenczi sulla teoria genitale, Melanie Klein, di Hermann Numberg, di Róheim ecc. Jones riferì in quell’occasione che i membri dell’Associazione erano passati negli ultimi due anni, da un numero di centonovantuno a duecentotrentanove.
Nel febbraio del 1923 comparvero i primi segni della malattia di Freud, che tenne nascosta per un paio di mesi anche ai suoi familiari. Jones ne venne a conoscenza in una lettera datata 25 aprile: ”Due mesi fa ho scoperto sulla mia guancia e sul palato, a destra, una proliferazione leucoplastica che ho tolto il giorno 20. Sono ancora a riposo e non posso inghiottire. Mi hanno assicurato che la cosa è benigna, ma come Lei sa, nessuno può garantirne l’andamento qualora le si permetta di crescere ulteriormente. La mia diagnosi era epitelioma, ma non l’hanno accettata. L’etiologia di questa reazione tissutale è imputata al fumo”.1 
Tutto ebbe inizio quando Freud, nella terza settimana di aprile, consultò uno dei migliori otorini, Markus Hajek, che fece diagnosi di leucoplachia da fumo, e che, a dispetto della gravità della forma riscontrata consigliò un intervento in regime ambulatoriale. Qualche giorno prima si era recato da Freud Felix Deutsch, che aveva necessità di parlargli di questioni personali, ed aveva ricevuto da Freud la richiesta di esprimere la propria opinione su quella proliferazione. Anche Deutsch fu dell’avviso che fosse necessario un intervento chirurgico radicale.
Qualche giorno dopo Freud si recò, all’insaputa della famiglia, presso la clinica dove lavorava Hajek, clinica che faceva parte di un ospedale generale e che non aveva camere private. Possiamo ben comprendere la sorpresa e la preoccupazione dei familiari, quando ricevettero la telefonata dalla clinica che chiedeva loro di portare gli oggetti personali di Freud perché potesse trascorrere la notte. Chiaramente l’operazione fu più impegnativa del previsto: i familiari trovarono Freud seduto su una sedia con gli indumenti impregnati di sangue, e poiché non c’era una camera libera venne sistemato in una cameretta con un altro paziente. L’infermiera non consentì alla moglie e alla figlia di trattenersi, e quando tornarono un paio di ore dopo, vennero informate che Freud aveva avuto un importante episodio emorragico e che era salvo solo grazie al tempestivo intervento del suo compagno di stanza. Anna volle assistere il padre durante l’intera notte e le condizioni del paziente si mantennero a lungo molto critiche. Così terminò il primo dei trentatré interventi a cui dovette sottoporsi Freud nel corso della sua vita.
La proliferazione risultò cancerosa: seguirono due trattamenti con raggi x e somministrazioni di capsule di radio. Le cure risultarono così tossiche che Freud, ancora quattro mesi dopo, scriveva di non aver trascorso un’ora senza soffrire ed aggiungeva: ”Una comprensibile indifferenza verso la maggior parte delle banalità della vita mi dimostra che l’azione del mio dolore scende in profondità. Tra queste banalità annovero anche la scienza. Non ho idee nuove e non ho scritto una riga”.2
A ciò si aggiunse la morte all’età di quattro anni di suo nipote, secondogenito di Sophie, per una tubercolosi miliare.
Concordemente con i medici Freud riuscì a partire per la sua consueta vacanza di tre mesi, ma dietro le insistenze della figlia incontrò Deutsch, che constatando la ricomparsa della proliferazione ritenne necessaria un’altra operazione.
Il 26 settembre 1923 Pichler e Hajek dopo un esame scrupoloso al quale sottoposero Freud, riscontrarono la presenza nel palato, di un ulcera maligna che invadeva i tessuti circostanti, per cui fu inevitabile un ulteriore intervento chirurgico. Questo venne eseguito in due tempi, il 4 e l’11 ottobre. Nella prima operazione venne legata l’arteria carotidea esterna e furono rimosse le ghiandole sottomascellari, nella seconda operazione venne asportata la mascella e parte del palato con il risultato che si creò una fusione della cavità nasale con quella orale. Durante la degenza Freud scrisse una volta a Jones, senza far alcun riferimento sull’esito dell’intervento, ed un’altra ad Abraham, con concise parole che esprimevano l’importante depauperamento energetico in cui versava il Maestro:

“19 ottobre 1923

Lieber unverbesserlicher (incorreggibile) ottimista, oggi cambiato tampone. Uscito dal letto. Vestito quel che rimane di me. Grazie di tutte le notizie, lettere, auguri e ritagli di giornale. Non appena potrò dormire senza iniezione, tornerò a casa.

Herzlich.

Ihr

Freud “3

Le conseguenze degli interventi, imposero a Freud l’uso di una protesi che separasse la bocca dalla cavità nasale di difficile manovrabilità, poiché le difficoltà ad aprir la bocca erano enormi. La protesi venne soprannominata “il mostro“: da quel momento in poi l’eloquio divenne molto difficile, come del resto l’atto della masticazione.
Freud poté rientrare a casa il 28 ottobre, ed era suo intendimento riprendere il lavoro il 1 novembre, ma il 12 novembre Pichler dovette effettuare un altro intervento chirurgico per la presenza di tessuto canceroso sulla cicatrice dell’intervento originario. In quella sede venne asportato un ampio tratto del tessuto molle, il vecchio tessuto cicatriziale e il processo pterigoide dell’osso.
Il 17 novembre si sottopose volontariamente ad un intervento secondo Steinach, legamento del vaso deferente di entrambi le parti, nella speranza che la rivitalizzazione che l’intervento prometteva potesse dilazionare una metastasi del cancro.
L’idea era stata di von Urban che aveva lavorato con Steinach ed era entusiasta dei risultati ottenuti, ma purtroppo Freud non ne poté trarre alcun beneficio.
Questo quadro descrive solo in parte l’enorme sofferenza che Freud dovette affrontare negli anni successivi. Il lavoro più importante che scrisse nel 1923, in febbraio, fu pubblicato ad aprile sul numero della “Zeitschrift“ con il titolo “L’organizzazione genitale infantile della libido“.
Nel 1924 Freud avrebbe voluto prendere parte al Congresso di Salisburgo e cogliere l’occasione di stemperare gli attriti all’interno del Comitato, ma le condizioni di salute non glielo permisero, anche perché non avrebbe avuto le energie necessarie, come era sua abitudine, di ascoltare ogni relazione.
Il 2 gennaio di quell’anno poté riprendere il lavoro, seppur con le prevedibili difficoltà di loquela. La notizia sul suo stato di salute si era ormai divulgata, tanto che il Consiglio Comunale volle dedicare a Freud, in occasione del compleanno, il Bürgerrecht di Vienna, l’equivalente della cittadinanza onoraria. Il suo commento sarà come sempre molto aspro: “Altri ancora devono aver pensato che il mio prossimo 68° compleanno può esser l’ultimo, poiché la città di Vienna si è affrettata a tributarmi quel giorno l’onore del suo Bürgerrecht che di solito spetta ai 70 anni”. 4 
L’VIII Congresso Internazionale si tenne dal 21 al 23 aprile a Salisburgo, e Jones colse l’occasione per recarsi subito dopo a Vienna. L’incontro con Freud fu traumatico perché il cambiamento dell’aspetto e il mutamento della voce erano enormi.
In una lettera indirizzata a Jones del 16 luglio 1924, Freud esprimerà la sua soddisfazione, abbandonando l’iniziale scetticismo, sulla traduzione e successiva pubblicazione dei Collected Papers : ”La notizia datami da Mrs. Rivière circa il primo volume della raccolta è stata un piacere e una sorpresa. Confesso di aver avuto torto. Ho sottovalutato o la durata della mia vita o le sue energie. Le prospettive esposte nella Sua lettera circa i volumi successivi mi sembrano splendide”. 5
Quando poi ricevette il primo volume ne fu entusiasta: ”E’ arrivato il primo volume della “raccolta”. Bellissimo. Imponente. La mia unica perplessità – che questi vecchi scritti non costituiscano una buona introduzione per il pubblico inglese – è composta dalla notizia che il secondo volume seguirà tra poche settimane. E’ auspicabile che presto seguano pure i casi clinici: sono la cosa a cui attribuisco maggiore importanza: Vedo che Lei ha raggiunto il Suo scopo di assicurare un posto, in Inghilterra, alla letteratura psicoanalitica e mi congratulo con Lei di questo risultato nel quale avevo quasi cessato di sperare”. 6
Nel 1924 Freud pubblicò oltre ad alcune prefazioni, cinque lavori: in due di questi “Nevrosi e psicosi“ e “La perdita della realtà nelle nevrosi e psicosi“ approfondiva quanto già esposto in “L’Io e l’ES“. In aprile fece la sua comparsa “Il problema economico del masochismo“ e in luglio “Tramonto del complesso di Edipo“.
Nel 1925 Jones comunicò a Freud che era stato fondato a Londra un Istituto di Psicoanalisi.
Al Congresso di Salisburgo era stata proposta Lucerna come sede del successivo Congresso, ma gli svizzeri indicarono Ginevra con l’impegno che ad ogni relazione seguisse una discussione. Poiché la richiesta poneva dei notevoli problemi di realizzazione, Abraham dovette decidere di organizzarlo in Germania. Anche in quella occasione Freud dovette rinunciare, come non poté incontrare Abraham e sua moglie che avevano progettato una visita a Vienna durante la Pasqua. Per il compleanno di Freud, il 6 maggio del 1925, i soli membri del Comitato presenti furono Ferenczi e Eitingon.
In quell’anno Abraham cominciò a presentare delle noie di salute, tanto che al congresso di Homburg, tenutosi da 2 al 5 settembre, era molto provato anche per gli effetti della morfina con la quale cercava i sedare la sua tosse cronica. In quell’occasione Jones suggerì ad Eitingon, che durante il Congresso si istituisse una Commissione Internazionale che stabilisse dei criteri generali per il training psicoanalitico, ai quali tutte le Società avrebbero dovuto aderire per favorire un proficuo scambio scientifico. Durante la riunione amministrativa la proposta venne accolta immediatamente. Freud in quell’occasione affidò alla figlia Anna la lettura della sua relazione dal titolo “Alcune conseguenze psicologiche della distinzione anatomica tra i sessi“, pubblicata un mese dopo sulla “Zeitschrift“.
Abraham continuava intanto ad essere tormentato dalla sua malattia e, in ragione dell’ingrossamento del fegato, insistette perché venisse operato alla cistifellea, attribuendo a questa la causa dei suoi disturbi. Richiese inoltre che la data dell’intervento fosse scelta secondo i calcoli della teoria di Fliess, ed in una lettera indirizzata a Freud, riportò i saluti che l’ex amico e collega gli inoltrava. La risposta del Maestro fu perentoria: ”Questa espressione di simpatia dopo 20 anni mi lascia ben freddo“. 7
Successivamente emerse in modo inequivocabile che Abraham fosse affetto da un cancro al polmone: il 18 dicembre del 1925 Jones ricevette un telegramma da Sachs, che lo informava delle gravissime condizioni in cui versava il collega. Abraham una settimana dopo morì. Il giorno in cui Freud ricevette la notizia, scrisse un breve necrologio che sarebbe stato completato da uno scritto biografico da parte di Jones. Nel necrologio vi inserì una citazione di Orazio “Integer vitae scelerisque purus” (“Un uomo integro e senza macchia“) e precisò a Jones: ”Ho sempre giudicato particolarmente di cattivo gusto le esagerazioni in occasione di una morte. Ho cercato accuratamente di evitarle, ma sento che questa citazione è veramente calzante”.8

© Rossana Ceccarelli

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Note:

1 Ernest Jones “Vita e opere di Freud, l’ultima fase 1919-1939” Il Saggiatore. 
2 Ibidem.
3 Ibidem.
4 Ibidem.
5 Ibidem.
6 Ibidem.
7 Ibidem.