PREFAZIONE

Libro Scarpa

Quando mi è stato proposto di fare una breve introduzione a questo interessantissimo volume di Tito Scarpa mi sono chiesto “ma cosa può scrivere uno psicoanalista su un libro di proverbi?”.
Tanto più che il lavoro è preceduto già da una esaustiva e profonda prefazione dell’Autore.
Subito, però, mi sono ricordato delle innumerevoli volte in cui, in seduta, i miei analizzati abbiano utilizzato un proverbio per sottolineare con maggior forza un concetto, quasi che, la condivisione con la saggezza comune, da una parte abbia il valore di conferma, dall’altra diluisca la responsabilità individuale di una importante affermazione. E per associazione ho ricordato le volte in cui Freud vi abbia fatto ricorso nelle sue Opere per dare maggior forza alle sue osservazioni.
vediamone alcune:

– “Non solo questo, ma anche altri usi linguistici si esprimono nello stesso senso. Noti proverbi dicono: “Il porco sogna le ghiande, l’oca il granturco”; oppure chiedono: “Che cosa sogna il pollo? Il miglio.” Il proverbio si spinge dunque ancora più in là di noi, dal bambino all’animale, e afferma che il contenuto del sogno è il soddisfacimento di un bisogno”.
Introduzione alla Psicoanalisi (1915-17) Lezione 8: Sogni infantili

– “Un proverbio ammonisce di non servire contemporaneamente due padroni. Il povero Io ha la vita ancora più dura: è costretto a servire tre severissimi padroni, deve sforzarsi di mettere d’accordo le loro esigenze e le loro pretese”.
Introduzione alla psicoanalisi: nuova serie di Lezioni (1932) Lezione 31

– “Un noto proverbio ammonisce che bisogna imparare dai propri nemici. Confesso che non ci sono mai riuscito, ma pensavo inizialmente che avrebbe potuto essere istruttivo passare in rivista insieme a voi tutti i rimproveri e le obiezioni sollevate contro la psicoanalisi dai suoi oppositori, additandovi le ingiustizie e le trasgressioni logiche che con tanta facilità vi si potrebbero scoprire”.
Introduzione alla psicoanalisi: nuova serie di Lezioni (1932) Lezione 34



Di queste citazioni di Freud vorrei mettere in evidenza due aspetti. Da una parte la frase “Il proverbio si spinge dunque ancora più in là di noi…” è un tema caro a Freud, per il quale alcune funzioni psichiche (il sogno) ed alcune funzioni linguistiche (il motto di spirito ed appunto i proverbi) non solo attingono direttamente nell’Inconscio, ma veicolano contenuti che “Siamo costretti a considerare come una parte dell’eredità arcaica che il bambino influenzato dall’esperienza degli avi porta con sé al mondo prima di ogni esperienza”

L’altro aspetto è l’uso del verbo “ammonire”. La parola è un composto di Ad e monēre (avvisare) e contiene due valenze: da una parte consigliare, esortare autorevolmente una persona, dandole precetti utili, mettendola in guardia contro pericoli, avvisandola di fare o non fare una cosa (Enc. Treccani) – pensiamo solo al vastissimo campo dei proverbi che contengono le leggi eterne dell’agricoltura o del vivere quotidiano – dall’altra la valenza di rimproverare/correggere. In un istante ci rendiamo conto che il proverbio contenga le due funzioni di due istanze teorizzate da Freud, l’Io ed il Super Io, l’istanza di mediazione con il mondo reale e il nostro tribunale interno, la Realtà e la Legge.

Del resto basterà ricordare che i Proverbi costituiscono uno dei Libri dell’antica Bibbia Ebraica , il LIbro dei Proverbi di Re Salomone, che, scritto in Giudea in ben 31 capitoli probabilmente nel V secolo a.C., veicola conoscenze e precetti raccolti da testi di autori ignoti lungo i secoli precedenti fino al periodo monarchico (XI-X secolo a.C.).
Il termine ebraico per proverbio è Mëshalim che significa Tradizione. D’altronde, come amava definirlo Aristotele “Il proverbio è un avanzo dell’antica filosofia, conservatosi fra molte rovine per la sua brevità ed opportunità »

Scritto dall’Autore nella Lingua antichissima dei suoi Avi, poi tradotta in italiano, mi auguro che questa rara e preziosa Opera diventi un vero e proprio scrigno di famiglia da lasciare in lascito lungo il fluire delle generazioni.

Quirino Zangrilli, medico psicoanalista, Direttore di Psicoanalisi e Scienza, www.psicoanalisi.it