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Probabilmente Freud, che rifiutava il localizzazionismo in voga al suo tempo, sorriderebbe all’idea dell’esistenza di un mappamondo della mente, ma forse sarebbe più corretto parlare di una mappa più simile alla pianta di una linea sotterranea metropolitana. Eppure un gruppo sempre più numeroso di ricercatori provenienti da discipline diverse sta percorrendo una strada che potrebbe condurre alla creazione di quello che Solms e Saling (1986) 1 hanno definito l’anello mancante tra il periodo neurologico e quello psicologico di Freud.

La neuropsicoanalisi è una corrente di ricerca nata di recente dall’incontro tra la psicoanalisi e le neuroscienze. Mark Solms, psicoanalista e neuropsicologo, insieme con Jaak Panksepp, neuroscienziato, è uno dei maggiori rappresentanti della neuropsicoanalisi a livello internazionale ed è tra i fondatori della “International Neuro-Psychoanalysis Society” il cui organo di stampa è la rivista Neuro-Psychoanalysis (disponibile online all’indirizzo http://www.neuro-psa.org.uk/npsa/).
Un articolo di M. Solms pubblicato nel 2004 sulla rivista “Scientific American” 2 e poi tradotto in numerose lingue, traccia le linee principali di questo approccio in cui convergono le tradizioni provenienti dalla psicoanalisi e dalle neuroscienze.

cervelloIn collaborazione con la psicoterapeuta Karen Kaplan-Solms, Mark Solms pubblica nel 2000 un lavoro che raccoglie una selezione di pubblicazioni presentate all’Istituto psicoanalitico di New York negli anni 1993-1999 3 . L’uditorio era prevalentemente formato da psicoanalisti e neuroscienziati provenienti da varie parti degli Stati Uniti. Il taglio di questo lavoro è prettamente clinico: è qui che si scorge un’altra tradizione presa come punto di repere, quella della “neuropsicologia dinamica” di A. R. Lurija, il grande neuropsicologo sovietico che ben conosceva la teoria psicoanalitica.
Il lavoro di Lurija, sostiene Solms (Kaplan-Solms e Solms, 2000, p. 31), inizia dove Freud lo ha lasciato: con lo studio dell’afasia. Lurija era interessato a differenziare la localizzazione dei sintomi e la localizzazione delle funzioni; nella sua teoria la parola era concepita come il prodotto di un sistema funzionale che non poteva essere localizzato nel senso convenzionale.   Modificando il classico metodo clinico-anatomico, Lurija lo adatta alla natura dinamica dei processi mentali, dando luogo ad un metodo di “localizzazione dinamica” consistente di due fasi: 1) la definizione del sintomo, 2) l’analisi della sindrome. Non c’è quindi una localizzazione della funzione, piuttosto le componenti funzionali di ciascun sistema, individuate e localizzate nei tessuti cerebrali.
Solms quindi applica nella pratica clinica il metodo della localizzazione dinamica, il mezzo ritenuto più adatto per una ricongiunzione della psicoanalisi con le neuroscienze. Le funzioni scelte sono quelle relative all’attività onirica, processo che può subire compromissioni in seguito a lesioni in parti diverse del cervello.

Legenda:
Tronco
cerebrale
ES
inconscio
Corteccia
posteriore
IO
preconscio
Corteccia
dorsofrontale
SUPER IO
Corteccia
ventrofrontale
Il rimosso

Vengono indicate sei componenti fondamentali che caratterizzano l’“anatomia funzionale” dell’attività onirica: 1) la regione parietale inferiore sinistra; 2) la regione parietale inferiore destra; 3) la regione frontale profonda ventromediale; 4) la regione occipito-temporale ventromediale; 5) la regione limbica frontale; 6) la regione limbica temporale.
Una funzione quindi, quella onirica, non localizzabile all’interno di nessuna regione in particolare, piuttosto un processo dinamico che si svolge tra le diverse componenti funzionali.
Come sottolineato da G. Marzi (2005) 4 : “Grazie ai lavori sul processo onirico effettuati da Solms e Kaplan-Solms (2000) oggi sappiamo che il sonno REM e l’attività onirica appartengono a differenti strutture anatomiche e che i meccanismi fondamentali del sognare non sono regolati dalle strutture cerebrali profonde del tronco encefalico, le quali invece regolano i meccanismi fisiologici del sonno REM, ma da aree del cervello anteriore ed in particolare della parte inferiore dei lobi parietali e di quella medio-basale dei lobi frontali. Le strutture anatomiche del cervello anteriore interessate al fenomeno della costruzione del sogno sono quelle impegnate nelle funzioni delle emozioni e della memoria: (il sistema limbico, comprese le componenti limbiche delle aree frontali e temporali, cioè la giunzione occipito-temporo-parietale, e il sistema delle aree visive). Quanto esposto vuol dire che il controllo del sogno REM è appannaggio di strutture filogeneticamente più antiche, mentre l’attività onirica ha sede in aree del cervello di più recente sviluppo filogenetico.”

es-io-superioLa proposta metodologica di cui parla Solms è in definitiva quella di utilizzare la tecnica delle libere associazioni in casi clinici di pazienti con disturbi neurologici. Tale tecnica consentirebbe infatti di raggiungere la struttura psicologica del paziente neurologico per quanto concerne i suoi disturbi di personalità, le sue motivazioni e le sue emozioni complesse.
All’interno del lungo elenco di casi clinici riportati nel lavoro, è stato citato un esperimento ormai famoso ad opera del grande neurologo V.S. Ramachandran (1994) 5 in cui viene versata acqua fredda nell’orecchio di sinistra ad un paziente con eminegligenza spaziale unilaterale (si trattava di un caso di lesione perisilviana destra). Fino a che dura l’effetto della stimolazione termica, il paziente riferisce correttamente di essere affetto da paralisi all’arto. Alla scomparsa della stimolazione termica, si assiste alla ricomparsa dell’anosognosia. Secondo Solms si può parlare della dimostrazione sperimentale dell’esistenza del processo di “rimozione” (op. cit. p. 138).

La novità nella proposta metapsicologica avanzata da Solms consiste nel tentativo di fornire una spiegazione delle funzioni emozionali che si aggiunge alle teorie relative all’elaborazione cognitiva. Ad esempio, in tutti i casi di lesione della regione perisilviana destra, è stata osservata una diminuzione della capacità di relazioni oggettuali e una regressione al narcisismo. È questo il fattore specifico della sindrome dell’emisfero destro, contrariamente a quanto avviene nelle sindromi in regioni equivalenti dell’emisfero sinistro, in cui prevale la rappresentazione simbolica degli oggetti, piuttosto che quella concreta.
Nei casi di lesione della regione frontale ventromediale invece, i ricercatori hanno potuto constatare che i deficit riscontrati compromettono proprio quella porzione di corteccia ritenuta il substrato anatomico per le rappresentazioni oggettuali narcisistiche più primitive che formano il nucleo interno delle funzioni autoregolatrici dell’Io e del Super-io.
Un caso in particolare, quello di un paziente che presentava la sindrome di Cotard, aveva, secondo l’autore,  tutte le caratteristiche che Freud (1915, p. 71) 6 attribuiva al sistema Inconscio: a) assenza di reciproca contraddizione; b) processo primario (mobilità degli investimenti; c)atemporalità; d) sostituzione della realtà esterna con la realtà psichica.
L’ipotesi a questo punto è che la corteccia frontale ventromediale, nell’esecuzione di quella funzione inibitoria del processo primario, potrebbe rappresentare la sede anatomica (o una componente costitutiva importante) dedicata alla realizzazione fisiologica del processo secondario.
La posizione di Solms appare ambiziosa e affascinante: “potrebbe emergere una psicoanalisi radicalmente diversa: una psicoanalisi in grado di riconquistare il suo ruolo di scienza della soggettività umana (la disciplina attraverso cui si studia la materia dell’esperienza individuale, cioè i vissuti di una vita). Le sue asserzioni avranno basi molto più solide e affidabili. Saremo in grado di comprendere meglio come sorgano i disturbi mentali; saremo capaci di usare le nostre terapie su coloro che potranno beneficiarne maggiormente, applicandole nei modi più efficaci. Inoltre, potremo estendere le nostre conoscenze cliniche in direzioni precedentemente impensabili. Alla fine, siamo convinti, saremo anche in grado di dire in modo credibile: questo è il modo in cui la mente funziona veramente.” (Solms e Turnbull, 2002, pp. 351-352) 7 Proposte metodologiche che richiamano alla mente le parole del premio nobel per la medicina E.R. Kandel 8 quando afferma che: “un rinnovato coinvolgimento della psichiatria con la biologia e la neurologia, pertanto, non solo è scientificamente importante, ma sottolinea anche la competenza scientifica che, vorrei dire, dovrebbe essere la base della specialità clinica della psichiatria nel ventunesimo secolo.” (Kandel, 1998, p 467, trad. nostra)

© Alessandro Mura

Glossario:

• Eminegligenza spaziale unilaterale: mancanza di consapevolezza (o attenzione) per un lato del corpo o dello spazio oppure per gli eventi che si verificano da un lato del corpo (solitamente a sinistra)
• Anosognosia: frequentemente associata a disordini neurologici, in cui il paziente manifesta inconsapevolezza o negazione della malattia.
• Sindrome di Cotard (o delirio di negazione): dopo una fase iniziale, in cui prevalgono ansia e depersonalizzazione, compaiono tematiche deliranti di negazione: il paziente afferma di non possedere più alcuni organi interni come il cuore o lo stomaco, oppure che il suo corpo è trasformato, pietrificato; può negare la sua stessa esistenza, quella dei propri familiari, degli oggetti esterni, del mondo intero, del tempo; si associano idee deliranti di enormità fisica (…) di immortalità e di dannazione (…). Fonte: Cassano G.B., Pancheri P., (2002) a cura di, Trattato Italiano di Psichiatria, Vers. elettr. II edizione, Masson, Milano.

Bibliografia:

1 Solms M., Saling M. (1986), On psychoanalysis and neuroscience: Freud’s attitude to the localizationist tradition. International Journal of Psychoanalysis, 67 (Pt 4):397-416. Tr. it. Psicoanalisi e neuroscienze: la posizione di Freud nei confronti della tradizione localizzazionista. In Scalzone F., Zontini G. (a cura di), Tra psiche e cervello. Introduzione al dialogo tra Psicoanalisi e Neuroscienze, Liguori Editore, Napoli, 2004. 
2 Solms M. (2004) Freud Returns, Scientific American, May;290(5):82-8. Tr. it. Il ritorno di Freud, in Mente & Cervello, n. 10, anno 11, luglio-agosto 2004, p. 46-54, Le Scienze. 
3 Kaplan-Solms K., Solms, M. (2000), Clinical Studies in Neuro-Psychoanalysis. Karnac Books, London. Tr. it Neuropsicoanalisi. Un’introduzione clinica alla neuropsicologia del profondo. R. Cortina, Milano, 2002. 
4 Marzi G. (2005), Sonno, sogno e neuroscienze. Estratto della Relazione tenuta dall’Autore al Convegno “Alle Origini del Sogno”, Frosinone 10-11 marzo 2005. Scienza e Psicoanalisi 2005. 
5 Ramachandran V.S. (1994), Phantom limbs, neglect syndromes, repressed memories, and Freudian psychology. International Review of Neurobiology, 37:291-333. 
6 Freud S. (1915), L’inconscio. Opere, Vol. VIII, Bollati Boringhieri, Torino, 1976, p. 71. 
7 Solms M., Turnbull O. (2002), The brain and the inner world. Tr. it. Il cervello e il mondo interno. Introduzione alle neuroscienze dell’esperienza soggettiva. R. Cortina, Milano, 2004. 
8 Kandel E.R. (1998), A new intellectual framework for psychiatry. American Journal of Psychiatry, Apr;155(4):457-69.