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La psicoanalisi di fronte ai comportamenti alimentari contemporanei | cur. Gioia Marzi – Quirino Zangrilli | Armando Editore

Il primo dato che salta agli occhi è che pur esistendo una base multifattoriale psico-organica nella genesi dei disturbi dell’alimentazione un ruolo preponderante viene svolto dallo psichismo inconscio, depositario delle memorie conflittuali delle esperienze traumatiche utero-infantili.
La complessa dinamica psico-somatica che esiste tra madre e figlio fin dai primi attimi del concepimento e che trova una ripetizione ed a volte un rinforzo nella fase orale dello sviluppo infantile produce un’impronta indelebile, basata su tracce traumatiche, che influenza l’habitus delle condotte di nutrimento dell’essere umano.
Il cibo assurge a valore di simbolo e spesso rappresenta, per spostamento, un conflitto irrisolvibile che si è strutturato a livello inconscio nella prima infanzia. Pur non escludendo varie dinamiche organiche multifattoriali gli studiosi intervenuti al Congresso sottolineano tutti la base psicodinamica che nutre i sintomi dei comportamenti psicopatologici alimentari.
Molto spesso i pazienti hanno subito abusi sessuali nel corso della loro infanzia o sono fissati a dinamiche edipiche incestuose non sufficientemente elaborate. Viene messo inoltre in luce il ruolo strategico del processo di individuazione e di scelta sessuale mettendo in risalto come spesso i pazienti che lamentano disturbi dell’alimentazione abbiano incontrato notevoli difficoltà nel processo defusionale dalla madre con una alterazione dei fisiologici processi di identificazione e di scelta d’oggetto con un marcato residuo del narcisismo primario.

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