Tag: coronavirus

Lo scientismo come nuova religione

La scienza sta perdendo definitivamente il proprio connotato originario di ricerca del sapere, attraverso l’esercizio costante del dubbio, per assumere ai nostri giorni i tratti dogmatici di una religione. Un sistema accreditato di enti e istituzioni definisce l’orientamento dottrinario da adottare nei diversi ambiti del mondo scientifico e, con un atteggiamento settario, ostacola l’accesso a chi non vi aderisce in modo ortodosso. L’appartenenza stessa a tale apparato garantisce prestigio ai suoi membri, a prescindere dall’effettiva validità del loro operato, screditando coloro che non ne fanno parte. All’esercizio del dubbio si sostituisce quello del dogmatismo e della chiusura al dialogo verso chi dissente dalla vulgata scientifica preminente, accreditata dal mondo accademico e amplificata dalla cassa di risonanza dei media, che esercitano un enorme potere persuasivo sull’opinione pubblica.

Tale pratica si sta diffondendo in tutti i campi, dall’economia – che pure appartiene alle scienze sociali – alla medicina, in un momento storico in cui l’attenzione per la salute ha raggiunto livelli quasi ossessivi. Nonostante siano stati più volte smentiti nelle loro affermazioni dalla realtà e dai continui cambiamenti in corso, le dichiarazione divulgate da alcuni virologi attraverso le reti televisivi e i principali organi di stampa esercitano una vigorosa fascinazione sulla popolazione, che si affida a essi come ai detentori di una verità assoluta, capace di placare il sentimento d’angoscia generato da una situazione inedita e sconosciuta. Sta prendendo così forma una nuova creatura, la religione scientista, che risponde al bisogno umano di protezione e ai criteri di dogmaticità di una comunità scientifica che rincorre illusoriamente il progresso e non accetta l’intralcio di posizioni eterodosse.

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Coronavirus e Psiche: riflessioni finali

Per alcuni il coronavirus è stata una benedizione: mandando in frantumi gli schermi protettivi narcisistici che li separavano dall’idea della morte, li ha costretti ad elaborarne l’umana presenza, permettendo l’elaborazione di un passaggio diniegato fin dalla prima infanzia. Mi direte che le immagini delle TV erano piene di morte anche prima del coronavirus, ma era sempre la “morte dell’altro”, guerre lontane, emergenze di altri popoli, crimini di nicchia. Nei numerosi racconti dei sopravvissuti all’epidemia, quelli che sono “risorti” dalle rianimazioni emerge una costante: l’angoscia della visione delle morti degli altri: molti imploravano un paravento per non dover vedere quelle scene.

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Coronavirus e terrorismo psicologico

Qui mi preme ricordare che si è creata un’ondata di angoscia di morte degna di un conflitto bellico, anzi a dire il vero di gran lunga superiore, poiché prima dei criminali bombardamenti di massa dei civili posti in essere durante l’ultimo conflitto mondiale, le popolazioni lontane dal fronte facevano una vita più o meno normale. Qui il nemico è ovunque, è nell’aria, è in qualsiasi persona: una rupofobia 2  globale è stata indotta nelle masse. I rituali di lavaggio cominciano a divenire ossessivi in molte persone: certo è difficile produrre una nevrosi fobico-ossessiva artificiale, ma slatentizzarla in migliaia di individui predisposti che prima erano in un accettabile equilibrio questo è ben possibile.

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Il supporto psicologico in quarantena da Coronavirus

La consulenza e il supporto psicologico fornito da équipe di psicologi specializzati sono rivolti al personale sanitario degli ospedali, dei servizi territoriali e delle RSA, ai malati in ospedale e ai loro familiari, a coloro che hanno vissuto l’esperienza traumatica della perdita dei loro cari, ai malati dimessi e in isolamento domiciliare, ma anche a tutti coloro che stanno vivendo l’esperienza protratta della quarantena, con le incertezze e le preoccupazioni per il futuro. Lo scopo di questo intervento ad ampio raggio è quello di ampliare quella ristretta percentuale di persone (16%), dotata di un grado di equilibrio e di adattabilità che li rende capaci di elaborare le conseguenze traumatiche di questa pandemia.

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Coronavirus: fobia, quarantena e tabù del toccare

la necessaria quarantena che costringe all’isolamento interi nuclei familiari che non cessano certo di essere percorsi dalle loro spinte pulsionali, costituisce una sorta di pentola a pressione esplosiva di tali spinte incompatibili con l’Io. Una delle sortite più frequenti è lo slittamento verso l’aggressività di cui assisteremo, una volta esaurite le energie di contenimento razionali egoiche, a possibili esplosioni parossistiche. Un ragionevole allentamento del confinamento domestico esercitato con totale rispetto delle regole di distanziamento di profilassi virale, sarebbe auspicabile.

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