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Lo scientismo come nuova religione

La scienza sta perdendo definitivamente il proprio connotato originario di ricerca del sapere, attraverso l’esercizio costante del dubbio, per assumere ai nostri giorni i tratti dogmatici di una religione. Un sistema accreditato di enti e istituzioni definisce l’orientamento dottrinario da adottare nei diversi ambiti del mondo scientifico e, con un atteggiamento settario, ostacola l’accesso a chi non vi aderisce in modo ortodosso. L’appartenenza stessa a tale apparato garantisce prestigio ai suoi membri, a prescindere dall’effettiva validità del loro operato, screditando coloro che non ne fanno parte. All’esercizio del dubbio si sostituisce quello del dogmatismo e della chiusura al dialogo verso chi dissente dalla vulgata scientifica preminente, accreditata dal mondo accademico e amplificata dalla cassa di risonanza dei media, che esercitano un enorme potere persuasivo sull’opinione pubblica.

Tale pratica si sta diffondendo in tutti i campi, dall’economia – che pure appartiene alle scienze sociali – alla medicina, in un momento storico in cui l’attenzione per la salute ha raggiunto livelli quasi ossessivi. Nonostante siano stati più volte smentiti nelle loro affermazioni dalla realtà e dai continui cambiamenti in corso, le dichiarazione divulgate da alcuni virologi attraverso le reti televisivi e i principali organi di stampa esercitano una vigorosa fascinazione sulla popolazione, che si affida a essi come ai detentori di una verità assoluta, capace di placare il sentimento d’angoscia generato da una situazione inedita e sconosciuta. Sta prendendo così forma una nuova creatura, la religione scientista, che risponde al bisogno umano di protezione e ai criteri di dogmaticità di una comunità scientifica che rincorre illusoriamente il progresso e non accetta l’intralcio di posizioni eterodosse.

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Appunti sul pensiero creativo

L’idea che suggerisco è che l’intuizione e, di conseguenza le grandi scoperte ed applicazioni che ne conseguono, sia la presa di coscienza di rappresentazioni che sono germogliate come elaborazione secondaria di contenuti inconsci, il cui supporto somatico (sarebbe meglio dire fisico) è dato dalla presenza nell’uomo dei processi che egli descrive. Oggi io direi l’affioramento alla coscienza nell’entità psicobiologica dei processi che mantengono la sua coesione strutturale, nel contesto di una realtà fisica differenziata. Un fenomeno psicobiologico differenziato in un universo differenziato in cui valgono leggi che sono presenti in tutti i fenomeni, compresa l’entità psicobiologica che ne prende coscienza, cioè che intuisce.

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